Chi annega lo fa spesso in silenzio perché per un meccanismo fisiologico il bagnante in difficoltà non riesce né a urlare né a respirare né ad agitare le braccia e di frequente va a fondo senza che nessuno se ne accorga. I più a rischio sono i bambini che possono affogare in pochi centimetri di acqua
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità che il 25 luglio promuove la giornata mondiale per prevenire l’annegamento, ogni anno nel mondo per un totale di circa 2,5 milioni di vittime nell’ultimo decennio.
I più colpiti sono i bambini da 1 ai 4 anni. Il 90% dei decessi si verifica nei paesi più poveri, ma il problema non risparmia le in estate le cronache raccontano quasi quotidianamente una tragedia avvenuta in mare, nei laghi, nei fiumi o in piscina, anche in acque calme e basse.
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