Stefania Loizzi si racconta in un'intervista alla 'Repubblica': 'Dobbiamo mostrarci perché siamo noi le vittime. Loro devono nascondersi'
Quando la paura lascia spazio al coraggio, non c’è impresa che non possa essere affrontata; battaglia o guerra che non possano essere vinte. Lo sa bene Stefania Loizzi, una delle tre donne che Ubaldo Manuali aveva prima adescato sui social e poi violentato. È lui, 59 anni, il netturbino con la passione per il cinema, ora ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale plurima e diffusione illecita di immagini a contenuto sessuale.
Gli inizi su Facebook Tutto comincia a fine 2020, su Facebook. Manuali le chiede l’amicizia, lei accetta, ma solo dopo aver chiesto informazioni a un’amica in comune. Chattano, parlano del più e del meno, lui le racconta della figlia e della separazione, della sua frequentazione in chiesa e del suo padre spirituale. Si scambiano i numeri, le mostra interesse, escono diverse volte, le regala rosari e santini e Stefania chiarisce che potevano essere soltanto amici.
La sera dello stupro Fino al 14 gennaio di quest’anno, quando l’ha drogata e violentata. “Quella sera mi ha chiamato”, racconta la donna, “Avevo perso da poco mia mamma, era un brutto periodo. Prima mi ha detto che passava a prendermi e che cenavo a casa sua. Non volevo, non mi andava, poi ho accettato”. Poco dopo cambia idea: “Mi ha richiamata dicendo che portava la cena a casa mia: dall’antipasto al dolce, fino al vino”.
La mattina dopo “Mi sono svegliata di notte, stavo malissimo… Ho trovato una sua mano sulla faccia, ho reagito male gli ho detto: ‘Schifoso, che fai nel mio letto?’ Mi risposto che ero stata male e che non voleva lasciarmi da sola”. Il mattino dopo Stefania va dal medico, poi al pronto soccorso: nel sangue le trovano la droga dello stupro. “Mi ha violentata in casa mia. Provo troppo schifo”.
Il video Manuali aveva filmato tutto: “Ho visto alcune foto ma c’è anche un video che ha girato ai suoi amici del calcetto. Si faceva grande con i suoi amici che mi fanno schifo tanto quanto lui perché avrebbero dovuto denunciare. L’ho fatto io, invece, lo stesso giorno della visita. E se tornassi indietro lo rifarei di nuovo”. E conclude: “Vorrei tanto conoscere le altre due donne, capire come l’hanno incontrato. Com’è iniziata la loro storia con lui”.
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