Né santo né diavolo. Delpini sottrae Berlusconi all’ultima rissa moraleggiante
, il sacro, ad assurgere a principio di realtà che squarcia il velo della profana ipocrisia, andata in scena a reti unificate da giorni e sublimata nell’abnorme del “lutto nazionale”, propaganda di un governo alla ricerca di un Pantheon spacciata per questione di Stato.
E dunque è la sobria potenza della Chiesa millenaria a riscattare le piccinerie di un racconto monopolizzato dalla “santificazione”, nell’Italia meloniana alla ricerca di un padre della patria prêt à porter, e sporadicamente interrotto dalla facile demonizzazione incatenata al passato: Silvio Berlusconi come figurina cui spesso la politica lo ha ridotto e con cui egli stesso con sapienza ha giocato, perché è tutto più facile, come nel musical londinese: autentico...
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