Dopo A star is born, l'attore torna dietro la macchina da presa per raccontare la storia del direttore d'orchestra Leonard Bernstein (su Netflix)
ci si chiede cosa abbia di così affascinante la figura di un musicista che ne dirige altri e che il pubblico, durante la performance, vede peraltro solo di spalle.
Su questo film ci ha scommesso anche Steven Spielberg, che da tanto voleva fare un film per celebrare questa figura. Inizialmente, ma l’ha spuntata Bradley. Il racconto nel film dovrebbe coprire circa 40 anni della sua vita, del suo lavoro e dei suoi amori. Sì, perché oltre ad amare la musica, Cooper ama anche moltissimo parlare di sentimenti e mostrare uomini fragili dietro la maschera di professionisti-icone.Il tema è personale, indirettamente, anche per Carey Mulligan perché ha un marito musicista, Marcus Mumford, che peraltro ha avuto il coraggio di raccontare gli abusi subiti da piccolo.
Quindi sì, c’era proprio bisogno di un altro film su un direttore d’orchestra, c’era bisogno che fosse Bradley Cooper a portarlo in vita con la sua sensibilità e i suoi demoni personali . Chi ha sofferto, in una certa misura, sa comprendere meglio, empatizza di più. Suo malgrado porta sulla pelle cicatrici che poi diventano racconti.
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