Traina una chiatta con 200 tonnellate di cibo: ancora non è chiaro come verrà distribuito, ed è comunque troppo poco per sfamare la popolazione della Striscia
Traina una chiatta con 200 tonnellate di cibo: ancora non è chiaro come verrà distribuito, ed è comunque troppo poco per sfamare la popolazione della StrisciaVenerdì mattina la prima nave del “corridoio umanitario” verso la Striscia di Gaza è arrivata vicino alla città di Gaza, nel nord della Striscia. È gestita dalla ong Open Arms e traina una chiatta con circa 200 tonnellate di cibo fornito dalla ong statunitense World Central Kitchen.
Ci sono alcuni dubbi su come gli aiuti saranno scaricati a terra e distribuiti alla popolazione. A Gaza non esiste un vero porto: la nave dovrebbe attraccare a un, in pratica una rampa di terra che entra in mare per alcuni metri, costruito dagli operatori di World Central Kitchen e dalla popolazione locale, e poi il cibo dovrebbe essere distribuito dai camion dell’organizzazione.
Le 200 tonnellate di cibo non saranno comunque sufficienti a contrastare la gravissima crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza, dove secondo le Nazioni Unite almeno 576mila persone – un quarto della popolazione –. Soprattutto al nord la situazione umanitaria è sempre più grave, e la popolazione civile si sta arrangiando come può: cammina per ore per cercare avanzi, raccoglie erbe di campo da bollire su stufe improvvisate all’aperto oppure si ciba di mangime per animali.
1st relief aid ship Open Arms vessel arrives on the shore of Gaza City, 3 days after it sailed from Southern Cyprus ⤵️A Cipro è in preparazione la partenza di una seconda nave di aiuti prevista dal corridoio marittimo, che dovrebbe essere più grande di quella arrivata venerdì e contenere più scorte di cibo. Non si sa quando partirà, dato che a bordo sono ancora in corso i controlli delle autorità israeliane.
La pressione della comunità internazionale su Israele per far arrivare nella Striscia più aiuti via terra è sempre maggiore. Mercoledì il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari aveva detto che il governo ha intenzione di aprire più punti di ingresso per far entrare a Gaza i camion di cibo e medicinali: finora infatti sono arrivati quasi tutti dal confine con l’Egitto, con molti rallentamenti.
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