Ancora oggi in molte aziende, durante il colloquio di lavoro, si chiede alle candidate se vogliono avere figli (ed è vietato), o se sono disposte a viaggiare. Che fare? Mostrarsi sicure di sé. E alla pari con i selezionatori
n un colloquio di lavoro, a una donna vengono poste domande che neanche sfiorano un candidato maschio. “Ha figli? Ne vuole avere? E quando?”rappresentano la sliding door su cui impattano ancora moltissime
: ebbene, oltre la metà ha percepito discriminazioni nel corso dell’esperienza lavorativa o in fase di selezione. E. «Il dato raccolto ci ha particolarmente colpiti.
l’azienda che già al momento del colloquio di lavoro rivela cultura e prassi discriminatorie non promette nulla di buono per il proprio futuro professionale, il primo consulente digitale di carriera basato sull’intelligenza artificiale, ha voluto indagare lo stesso tema e lo ha fatto con un rilevamento compiuto su 1053 donne tra i 18 e i 65 anni che si sono avvalse dei loro servizi.
«Raccontare, poi, in modo convincente le proprie competenze in linea con quelle ricercate dall’azienda e i successi già raggiunti, precisando – se si hanno figli – di avere maturato tutto mentre li si cresceva, spingerà il dialogo sul piano delle capacità e ci proietterà nella futura posizione professionale.
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